Trassi da Vita Trentina #40/2012 pag 28                       [precedente: rosminiani]

 

Le "Cinque Piaghe", un monito.

 

E' dedicata alle “Cinque Piaghe della Santa Chiesa” la riflessione (qui invito) della terza edizione della Festa che il decanato di Rovereto dedica al beato Antonio Rosmini, parroco in San Marco.

Ad affrontare l'argomento mons. Nunzio Galantino, vescovo di Cassano all'Ionio e studioso di Rosmini.

Nell'accingersi, nel 1832, a scrivere “questo piccol trattato”, come lo definisce, il Rosmini auspica che debba andare a gloria di Dio e a “vantaggio della sua Chiesa”. Un esempio, anche per oggi, di come si deve rimediare ai mali della Chiesa?

“Nelle prime pagine è il Rosmini stesso – ci risponde mons. Galantino - a ricordare 'gli esempi di tanti santi uomini, i quali, senza essere Vescovi, come un san Girolamo, un san Bernardo o una santa Caterina, parlarono e scrissero con mirabile libertà e schiettezza dei mali che affliggevano la Chiesa nei loro tempi, e della necessità e del modo di ristorarnela'”, dice il vescovo.

“Il problema è stato caso mai distinguere le riforme vere da quelle apportatrici di scismi o da quelle non autentiche – prosegue mons. Galantino – mai comunque è stato messo in discussione il fatto che, nella Chiesa, lo Spirito e la guida del Signore impongano una continua revisione del suo cammino storico”.

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... Non so quantificare il fenomeno, ma ci sono ancora laici che interpretano in maniera troppo "clericale" il senso della loro presenza nella Chiesa” ...

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A parte l'analisi storica e civile condotta dal Rosmini, le cui circostanze sono superate, quale attualità per le “Cinque Piaghe”? “Di strettissima attualità restano gli inviti rivolti a chi si spende per il bene comune.

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di Sonia Severini